Cari amici ridenti,
oggi parliamo di felicità e di come sia connessa anche ai nostri sensi, in particolare l’olfatto e gli odori.
Spesso si associa al termine “felicità” qualcosa di bello, duraturo, piacevole, che accompagna le nostre azioni e i nostri giorni ad uno stato di benessere e se vogliamo di quiete, equilibrio, stabilità.
La felicità però può arrivare anche in modo inaspettato, improvviso e subitaneo. Sento un odore e riesco ad essere felice: non so cosa mi stia capitando, cosa ho intorno, non vedo nulla che si palesa davanti ai miei occhi, ma il mio cervello sente un odore talmente intenso, sublime e piacevole che si ferma davanti a tanta grazia profumata.
Perché la mia mente associa un buon odore a qualcosa legato alle mie emozioni?
COME SI COSTRUISCONO GLI ODORI NELLA MAPPA NEURONALE?
Lo spettro degli odori che si percepisce viene definito in una fase iniziale dello sviluppo del sistema nervoso, definendosi pienamente entro la prima settimana di vita.
A dare conferma di ciò sono state due ricerche effettuate da biologi dello sviluppo rispettivamente dello Stowers Institute for Medical Research a Kansas City, e della Brown University a Providence.
La scoperta mette un punto fermo sulla costruzione delle mappe neuronali che collegano i neuroni sensoriali periferici con le strutture cerebrali che ricevono impulsi da quei neuroni. Durante lo sviluppo del sistema nervoso dei mammiferi, all’inizio le connessioni neuronali sono imprecise e in seguito vengono progressivamente perfezionate per creare i circuiti necessari alla percezione, alla cognizione e al comportamento.
Questo processo di perfezionamento è indirizzato da input esterni che devono presentarsi nell’arco di un periodo critico, durante il quale si definisce una particolare mappa dei collegamenti neuronali. Nel caso dei neuroni sensoriali olfattivi, ciascuno di essi esprime un solo tipo di recettore olfattivo, e tutti i neuroni sensoriali che esprimono uno stesso recettore hanno assoni che convergono verso uno stesso gruppo di cellule cerebrali, o glomerulo, producendo una mappa glomerulare altamente organizzata. Tuttavia, a differenza dei neuroni periferici degli altri sistemi sensoriali, quelli olfattivi subiscono un continuo ricambio nel corso della vita.
Si pone quindi il problema di capire se anche per la definizione della mappa esista un periodo critico e come essa venga conservata da una generazione di neuroni sensoriali all’altra.
Anche per l’olfatto esiste un periodo critico durante il quale si sviluppano le connessioni fra neuroni sensoriali e aree cerebrali che definiscono lo spettro di odori che si sarà in grado di percepire. Se lo sviluppo di questi circuiti viene disturbato, essi sono in grado di ripristinare le connessioni corrette, ma solo per un lasso di tempo limitato dopo la nascita.
Nelle due ricerche parallele, i ricercatori hanno scoperto che alla nascita o nei primi giorni successivi al parto, la normale mappa olfattiva può essere ripristinata, anche se è stata danneggiata.
Se la buona funzionalità dei neuroni veniva ripristinata, a seguito di un danneggiamento, ancora nel periodo fetale o nei primi 5-7 giorni successivi alla nascita, la mappa glomerulare poteva formarsi normalmente, altrimenti no.
Insieme, questi studi hanno mostrato dunque che la plasticità del sistema olfattivo dei mammiferi resta attiva solo per poco tempo dopo la nascita e che successivamente la “mappa degli odori” è fissata e non modificabile, sia che si tratti della mappa normale che di una mappa alterata, e ciò indipendentemente da somministrazione o meno di stimoli.
COME FUNZIONA LA MEMORIA OLFATTIVA?
Il funzionamento della memoria olfattiva è tale che i primi RICORDI OLFATTIVI che risalgono all’infanzia sono i più potenti nella loro capacità di suscitare emozioni gradevoli e anche i più facili a riattivare.
In effetti, le memorie olfattive non svaniscono mai e la loro forza dipende dall’importanza che ha avuto la situazione in cui l’odore è stato percepito. Più antiche sono le memorie olfattive, più profonde sono le emozioni che risvegliano. Tutti i sensi si sviluppano a partire dallo stesso foglietto embrionale: l’ectoderma. Il nervo olfattivo si forma alla settima settimana di gestazione e a due mesi il feto è già capace di sentire l’odore di mamma, che riconoscerà immediatamente dopo il parto. La memoria olfattiva, infatti, si attiva durante il parto e comincia subito a lavorare: il bambino, se non sottoposto alle estenuanti pratiche di pulizia, sarà in grado di riconoscere l’odore materno e di risalire fino al capezzolo. La sua prima memoria olfattiva gli è servita per tranquillizzarsi sulla pelle di mamma e rifocillarsi con un lauto pasto dopo tutta la fatica.
IL POTERE DEGLI ODORI
Un odore. Un profumo. Una scia impercettibile nascosta tra l’odore di smog quando camminiamo per strada. Ed ecco che non siamo più tra i rumori, la folla e le cose da fare. La memoria olfattiva ci ha portato lontani: a quella sera quando ci siamo dati il primo bacio come adolescenti sotto un lampione, alla nonna che prepara i dolci nel periodo natalizio, affaccendata davanti ai fornelli perché deve ultimare le teglie di biscotti; allo scorcio del tuo paesello di campagna che profuma di caldarroste e sa di autunno; a una grande spiaggia con i suoni del mare e il vociare dei bambini che giocano a perdifiato sul bagnasciuga; alla chiesetta dove andavi da bambino con la mamma mano nella mano al sicuro e con un senso di protezione sublime; al costume di carnevale e le chiacchiere nella pentola rovente; al sugo saporito che si mangiava di consuetudine la domenica dopo la messa; al tuo compleanno ricco di meraviglie e sorprese in mezzo agli amici che ti esultano e ti amano. L’odore ci colpisce proprio lì, diritto al cuore, e la memoria olfattiva ne è la responsabile: un tuffo nei ricordi che fa salire in gola quella tenera nostalgia per qualcosa che è stato. E che a volte ti manca.
Il senso dell’olfatto, o meglio, l’area del cervello che elabora l’olfatto, è connessa con il sistema limbico, il nostro cervello emozionale, il quale ha una importanza enorme nella rievocazione dei ricordi e che, a sua volta, è connesso con la neocortex. La memoria olfattiva, quindi, ci permette immediatamente di connettere l’odore che sentiamo con un ricordo e con l’emozione che li accompagna. L’olfatto è un senso spesso sottovalutato. Ma se pensiamo a quante cose stupende ci regala, forse potremmo imparare a dargli un pizzico di considerazione in più.
L’ODORE DELLA FELICITA’
Anche la felicità ha un odore. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science, le molecole presenti nelle secrezioni corporee del sudore riescono infatti a scatenare in chi le annusa reazioni tipicamente associate a questa emozione. La felicità, insomma, può essere trasmessa attraverso il sudore.
Studi precedenti avevano dimostrato che la composizione chimica del sudore è associata a emozioni negative come la paura e il disgusto, ma le ricerche che hanno analizzato il fenomeno in relazione alle EMOZIONI POSITIVE sono poche. Oggi gli esperimenti condotti dall’esperto di psicologia dell’Università di Utrecht Gün Semin e dai suoi colleghi offrono prove della sua esistenza anche nel caso della felicità. “In un certo senso – ha spiegato il ricercatore – la felicità è come una risata, è contagiosa”.
Per arrivare a questa conclusione Semin e colleghi hanno prelevato campioni di sudore dalle ascelle di 12 uomini mentre guardavano videoclip emotivamente neutri o in grado di scatenare paura o felicità. Ai partecipanti è stato inoltre chiesto di completare test per la valutazione delle emozioni. In questo modo è stato confermato che i video influenzavano lo stato emotivo dei partecipanti.
Facendo poi annusare i campioni di sudore a delle donne – che in genere hanno un olfatto migliore rispetto a quello degli uomini e sono più sensibili allo stato emotivo di altre persone – è stato scoperto che, mentre annusare l’odore della paura aumenta l’attività dello stesso muscolo frontale attivo quando il volto assume espressioni di paura, il sudore degli uomini felici attiva prevalentemente i muscoli che permettono al volto di assumere un’espressione indicativa di felicità.
Secondo i ricercatori questi risultati suggeriscono l’esistenza di una “sincronizzazione comportamentale” tra chi produce il sudore e la persona che lo annusa.
Lo studio, dimostra che essere esposti a sudore prodotto mentre si è felici scatena l’immagine della felicità in chi è esposto, e induce un contagio dello stato emotivo.
Ciò suggerisce che una persona felice può trasmettere felicità tutt’intorno anche attraverso il suo odore.
Il PIACERE DI UN ODORE
A un buon odore io associo la felicità, perché è felicità rivedere mia nonna, riassaporare i suoi biscotti, passeggiare nelle vie del mio paese e fermarmi a mangiare caldarroste appena sfornate, essere in spiaggia e sentire i bambini che giocano, andare in chiesa mano nella mano con la mamma, essere mascherato per carnevale e mangiare delle gustose chiacchiere, mangiare una buona pasta, rivivere il compleanno di tanti anni fa.
E poi si sente spesso dire: “non ho niente”, “sono insoddisfatto”, “non vedo nulla di bello”, si ha spesso un atteggiamento superficiale nei confronti di tutto ciò che ci circonda, non gratifichiamo mai abbastanza chi ci è vicino e ci sostiene nella vita.
L’invito personale è di fermarsi con se stessi ogni tanto, abbracciarsi, coccolarsi, concedersi dei momenti di puro silenzio e lasciarsi sopraffare dai suoni della natura e di tutto ciò che abbiamo intorno e lasciarsi catturare dai buoni odori che avvolgono la nostra esistenza.
Pedagogista, diplomato in mediazione familiare, da diversi anni impegnato nel settore educativo ad ampio raggio: bambini, adolescenti, famiglie, diversamente abili e da qualche anno anche persone anziane. Autore di articoli educativi e sanitari presso Edizioni Dapero di Piacenza, Leader e a presto Teacher di Yoga della Risata grazie al quale ho aperto un fantastico club della risata a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova e grazie al quale sto cercando di diffondere i benefici della risata in diversi ambiti, a partire dalla residenza sanitaria per anziani in cui lavoro, ai centri olistici, alle scuole primarie, alle aziende, ai centri di aggregazione giovanile! Cerco di portare, attraverso lo spirito interiore della risata, benefici anche alla mia famiglia!
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