Cari amici ridenti,
oggi voglio condividere con voi un articolo fondamentale per comprendere l’importanza per la nostra salute delle socialità, di stare insieme, guardarsi negli occhi, ridere insieme.
E’ la traduzione di un articolo uscito sul New York Times di Barbara Fredrickson, che adoro e che seguo da molto.
“Riesci a ricordare l’ultima volta in uno spazio pubblico in cui non ti sei accorto che la maggior parte delle persone erano chinate su uno schermo digitale, connesse con un altro luogo?
La maggior parte di noi è ben consapevole dei vantaggi che la tecnologia fornisce. Meno si sa, però, riguardo gli svantaggi.
Neuroplasticità e connessione sociale
La ricerca che io e i miei colleghi abbiamo appena terminato, e pubblicata su Psychological Science, suggerisce che uno svantaggio quantificabile è la perdita della nostra potenzialità biologica di creare connessione con le altre persone.
Le abitudini che radichiamo in noi, ci cambiano. I neuroscienziati amano dire che i neuroni che agiscono insieme, si connettono insieme, riflettendo l’evidenza che le esperienze lasciano impronte sui nostri percorsi neurali, fenomeno chiamato neuroplasticità. Ogni abitudine modella la struttura del cervello in maniera da rinforzare l’inclinazione verso quell’azione.
La Plasticità, la tendenza ad essere modellati dall’esperienza, non è limitata al cervello.
Sapete già che quando conducete una vita sedentaria, i muscoli si atrofizzano e riducono la forza fisica. Ciò che probabilmente non sapete è che le vostre abitudini di connessione sociale lasciano anch’esse la loro impronta fisica su di voi.
Quanto tempo spendete di solito con gli altri?
E quando lo fate, quanto vi sentite connessi e in sintonia con loro?
Le risposte a queste semplici domande riveleranno la vostra capacità biologica di connettervi agli altri.
L’esperimento – sei settimane di Metta, meditazione sull’amorevolezza – e cosa accade al nervo vago
Col mio team di ricerca ho condotto un esperimento sugli effetti delle abilità di apprendimento per coltivare connessioni interpersonali più amorevoli/calorose. Metà dei partecipanti, scelti a caso, hanno frequentato un workshop di sei settimane su una antica pratica di allenamento mentale conosciuta come Metta, o “lovingkindness”, gentilezza amorevole, che insegna ai partecipanti a sviluppare più amorevolezza e tenerezza verso se stessi e gli altri. Si ripetono silenziosamente queste affermazioni, dopo essere entrati in meditazione, rivolgendole prima a noi stessi, e poi agli altri.
Possa io essere al sicuro
Possa io essere felice
Possa io essere in salute
Possa io essere in pacePossa tu essere al sicuro
Possa tu essere felice
Possa tu essere in salute
Possa tu essere in pace
Abbiamo scoperto che coloro che meditavano non solo si sentivano più ottimisti e socialmente connessi; avevano anche modificato un componente fondamentale del loro sistema cardiovascolare chiamato tono vagale. Gli scienziati ritenevano, in passato, che il tono vagale fosse una costante, come l’altezza nell’età adulta.
I nostri dati dimostrano, invece, la presenza di plasticità anche in questa componente, modificabile dalle abitudini sociali.
Per comprendere l’importanza di tutto ciò, ecco un piccolo riassunto di anatomia.
Il cervello è collegato al cuore dal nervo vago, che per l’80% è afferente, cioè sale da corpo a cervello, portando a quest’ultimo utili informazioni neurologiche.
Sottili variazioni nel battito cardiaco rivelano la forza di questa connessione cuore-cervello, e come tale, la variabilità del battito cardiaco (HRV) fornisce un indice del tono vagale.
Complessivamente, maggiore è il tono vagale, più è positiva la cosa: significa che il corpo è in grado di regolare i sistemi interni che lo mantengono in salute, come le risposte cardiovascolari e immunitarie.
Al di là di questi effetti sulla salute, il neuroscienziato comportamentale Stephen Porges ha dimostrato che il tono vagale è centrale per azioni come l’espressività facciale e l’abilità di sintonizzarsi sulla frequenza della voce umana.
Aumentando il tono vagale delle persone, aumentiamo la loro capacità di connessione, amicizia ed empatia.
In breve, più sei in sintonia con gli altri, più sei in salute, e viceversa.
Questa influenza reciproca spiega anche come una carenza di contatto sociale positivo sminuisca le persone.
L’abilità del cuore a nutrire l’amicizia obbedisce anche alla legge biologica dell’“usalo o perdilo”.
Se l’abilità di connessione diretta (faccia a faccia) non viene regolarmente allenata con gli altri, ci si ritroverà carenti della capacità biologica base di farlo.
Il corpo umano – ed in tal modo il nostro potenziale umano – è molto più malleabile o docile al cambiamento di quello che la maggior parte di noi pensa.
Il nuovo campo della genomica sociale, ha reso possibile sequenziare il genoma umano, stabilendo che il modo in cui i nostri geni sono espressi a livello cellulare è plastico, anch’esso, in risposta all’abitudine e alle azioni.
Il lavoro della genomica sociale rivela che la nostra storia personale riguardo la connessione sociale o l’isolamento, per esempio, altera il modo in cui i nostri geni sono espressi all’interno delle cellule del nostro sistema immunitario.
I neo genitori dovrebbero preoccuparsi meno dei test genetici e molto più delle loro azioni – inviare messaggi mentre si allatta o dedicare molta più attenzione al proprio telefono anziché ai propri figli – lasciando impronte in grado di limitare la loro espressione genica dei figli.
Condividere le risate: l’importanza di stare faccia a faccia per il rispecchiamento delle azioni, delle biochimiche e dell’attività neuronale
Quando viene condiviso un sorriso o una risata con qualcuno, faccia a faccia, emerge una chiara e distinguibile sincronia; come le azioni e le biochimiche, anche la rispettiva attività neuronale, si rispecchiano.
Sono momenti come questi, in cui un’onda di emozioni positive si diffonde attraverso due cervelli e corpi in un’unica istanza, che rafforza l’empatia ed incrementa la salute.
Se non allenata regolarmente, questa capacità appassisce. Fortunatamente, connettersi con gli altri fa bene e fa sentire bene, e le opportunità di agire in questo modo abbondano (una tra tutte lo Yoga della Risata).
Quindi la prossima volta che vedrai un amico o un bambino spendere troppo tempo davanti ad uno schermo, invitalo a tornare nel mondo della realtà sociale. Non solo lo aiuterai a rinforzare salute ed abilità empatiche, ma rinforzerai anche le tue nello stesso tempo.
Gli amici non lasciano che gli amici perdano la loro capacità di essere umani.
Traduzione a cura di Andrea Magnabosco, revisione e integrazione di Lara Lucaccioni
L’amorevolezza collegata sia al cuore che alle risate è fortemente approfondita nel mio workshop Ridi Ama Vivi – Scegli di essere felice, che ti invito ad approfondire
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
Bellissimo questo articolo, farò la meditazione…splendida! Grazie carissima!
Ciao Paola cara,
grazie per leggere sempre gli articoli proposti e per commentarli. Fammi sapere come procede con la meditazione. Grazie di cuore.