Cari amici ridenti,
è ancora lo Yoga della Risata e il Congresso che si terrà dal 28 al 30 settembre presso lo Yes Touring di Rimini, protagonista del blog con le interviste ai relatori.
E’ il momento di Elena Biazzi, Teacher di Yoga della Risata, Insegnante di Yoga Ratna, Istruttrice di Tai Ji Quan, Tutor di Nei Qi Gong, Educatrice Professionale che farà un workshop di Yoga Nidra.
Chi sei, come ti definiresti in 3 righe?
Sono Elena, ho scoperto da poco di essere multi-potenziale e questo mi ha messo un po’ il cuore in pace rispetto alla mia frustrazione di essere diversa, apparentemente dispersiva e avere sempre bisogno di nuovi stimoli. Ho sempre avuto i piedi in molte scarpe e curiosità verso il nuovo. Una delle mie doti è la capacità di riconoscere gli elementi comuni e di fare integrazione e sintesi tra cose apparentemente molto diverse tra loro. Per questo sono diventata Counselor, Teacher Yoga della Risata, Insegnante di Yoga Ratna, Istruttore di Tai Ji Quan, Tutor di Nei Qi Gong, Educatrice Professionale, laureandomi con lode a 36 anni, dopo 14 anni di carriera da Geometra.
Quando hai iniziato a fare Yoga della Risata?
Che momento era della tua vita?
Era aprile 2015 e stavo passando uno dei periodi più bui della mia vita.
Una concatenazione infausta di eventi aveva contestualmente distrutto il sogno (e il progetto di vita) di avere dei figli e una cosiddetta famiglia tradizionale, annientato la fiducia nelle persone su cui pensavo di poter sempre contare, abbattuto la mia già fragile autostima e messo totalmente in discussione gli schemi relazionali e famigliari che avevo portato avanti fino a quel momento. Volevo cambiarli, ma questo rischiava di provocare rotture ancora più pesanti con le persone più vicine. Mi sembrava di muovermi in un campo minato e che qualsiasi cosa facessi fosse sempre sbagliata. Mi trovavo in impasse. Mi sentivo completamente sola, inutile, sbagliata, disperata e senza futuro. Piangevo molto, a casa avevo degli scatti incontrollati di disperazione e ho anche seriamente pensato di farla finita.
Continuavo a praticare e insegnare Yoga e Tai Ji Quan, erano degli spazi in cui riuscivo a creare momentaneamente una sorta di bolla dal resto, ma non erano un supporto sufficiente per questa situazione.
Mi iscrissi a un ritiro di meditazione buddhista, sperando di trascorrere 4 giorni con me stessa, con belle persone e di ritornarmene con qualche strumento in più per affrontare il mio incubo. Lì incontrai – casualmente? – Lara Lucaccioni e diversi Leader di Yoga della Risata, che improvvisarono una sessione per chi era libero, nel pomeriggio in cui il maestro incontrava i suoi allievi diretti.
All’inizio pensai davvero di essere capitata in una gabbia di matti, mi vergognavo e una parte di me continuava a dirmi “Ma che cavolo stai facendo?!”. Eppure qualcosa stava cominciando a muoversi. Trovai Roberta Fusari, la mia prima Buddy: bastava guardarsi per scoppiare a ridere senza ragione! E mi si sbloccò la risata, subito, ed era anche contagiosa. Mi sembrava incredibile riuscire a ridere nonostante tutto quello che stavo vivendo, eppure era proprio così! Ed era meraviglioso.
La cosa mi fece stare meglio e decisi di organizzarmi per la formazione in materia: a novembre 2015 feci il mio Leader Training e a gennaio 2016 partecipai al secondo Teacher Training condotto da Lara, decisa non solo a mantenere la risata quotidiana nella mia vita, ma ad introdurla anche negli ambiti – troppo spesso così seriosi – delle altre discipline che già praticavo.
Durante la mia prima sfida dei 40 giorni, superati i primi 10 giorni di risate, mi trovai davanti al primo blocco: partivo con l’intenzione di ridere e mi ritrovavo a piangere e singhiozzare come una bambina. Accolsi quel dolore che da troppo tempo non volevo sentire. E un giorno passò, come passano tutte le cose, prima o poi, in questa vita. E la risata che ci ritrovai dietro era molto più bella e liberatoria di quella di prima.
Quando hai compreso che lo yoga della risata avrebbe avuto un ruolo importante nella tua vita?
Fu nel sentire, nell’accogliere e nel lasciar fluire quel dolore che compresi l’importanza dello Yoga della Risata nella mia vita: mi dava la possibilità di essere più autentica, di accettare il fatto di non essere perfetta e di non dover piacere a tutti per forza di cose, di riuscire a vivere le cose allo stesso tempo con profondità e con leggerezza. Di sapere che dietro al dolore c’è un altro aspetto della gioia. Non si tratta, quindi, di nascondersi dietro una risata finta, ma, anzi, di recuperare un sentire più autentico e profondo e concedersi di manifestarlo.
È un’apertura impegnativa da mantenere nel tempo, almeno per me, da tenere costantemente allenata e monitorata, perché mi porta a “sentire di più anche gli altri”: questo permette di costruire legami “speciali”, ma rischia anche di travolgermi di emozioni che non sono mie, ma sento come mie e quando sono a contatto con tante persone posso rimanerne frastornata.
Come ti sei avvicinata all’applicazione dello Yoga della Risata di cui parlerai al Congresso?
Lo Yoga Nidra è stata tra le prime tecniche che ho praticato ed apprezzato quando ho iniziato il mio percorso nello Yoga. Il mio primo maestro ne proponeva sempre due sedute al mese, con visualizzazioni anche molto articolate che avevano scopi ben precisi. Quando subentrai a lui nell’insegnamento, sotto la sua guida, proseguii con la tradizione consolidata nel gruppo di pratica. Durante la formazione in Yoga Ratna ho approfondito gli aspetti legati alla conduzione e ai benefici dello Yoga Nidra.
È una tecnica che propongo spesso durante i miei corsi e ritrovarla tra le 3 principali che si utilizzano in chiusura di una sessione di Yoga della Risata è stata veramente una piacevole sorpresa.
Utilizzandolo nel Club della Risata che ho fondato, ho potuto constatare quanto sia molto più efficace e potente lo Yoga Nidra eseguito dopo una sessione della risata, rispetto alla chiusura di una sessione di yoga tradizionale; probabilmente, il fatto di liberare molta più energia attraverso la risata permette poi anche di raggiungere un rilassamento e una quiete ancora più profondi. Contestualmente, devo dire che ho anche sperimentato quanto sia difficile condurre con una voce stabile, quando io stessa ho riso molto durante la sessione!
Ci vuoi dare qualche anticipazione di ciò di cui parlerai al congresso?
Ho proposto di “fare” una pratica di Yoga Nidra, piuttosto che di parlarne. Altrimenti rischiamo di predicare bene e razzolare male. I giorni dell’Advanced Course e del Congresso saranno senza dubbio impegnativi, ci saranno le pratiche con Kataria, un sacco di workshop e di presentazioni interessanti e tutti ci sforzeremo di essere lucidi, per vivere appieno l’esperienza e prendere tutto il possibile. Lo Yoga Nidra andrebbe praticato ogni giorno, soprattutto quando ci sottoponiamo a ritmi sostenuti e desideriamo essere riposati e “presenti”, quindi inserirlo almeno una volta all’interno del Congresso mi sembrava d’obbligo. Mi piacerebbe riuscire a strutturare la visualizzazione centrale direttamente con Madan, perché possa essere armonizzata con il lavoro che ha in mente di portare avanti in questa occasione: gli ho scritto una mail e vedremo se sarà possibile.
Per chi vuole saperne di più sulla tecnica specifica e sulla conduzione, per il momento rimando agli articoli presenti nel mio sito www.elenabiazzi.it e specifico che, in risposta alle esigenze emerse durante il Festival Italiano di Yoga della Risata di maggio, mi sto adoperando per strutturare un workshop che possa fornire ottime basi teorico-pratiche a tutti i Leader e Teacher. Anche per questo ho chiesto un chiarimento a Kataria e spero di poter iniziare a fornire indicazioni più precise dopo il Congresso.
Quali sono i più grandi benefici – tuoi e degli altri – che hai osservato grazie al tuo lavoro con lo yoga della risata?
Mi piacerebbe poter dire che mi ha guarito dalle diverse patologie che mi affliggono, ma non è così. Però c’è un test del respiro che faccio tutti gli anni, la spirometria, con un parametro specifico sulla diffusione dell’anidride carbonica nei polmoni; se dal 2008 al 2015 ha sempre avuto un andamento peggiorativo, dal 2015 – cioè quando ho iniziato a ridere – ad oggi la situazione si è stabilizzata: che sia la risata a mantenere stabili i miei polmoni?
Il beneficio maggiore lo riscontro a livello psico emotivo: posso affermare con certezza che lo Yoga della Risata è quell’elemento che mi fa affrontare i dolori fisici quotidiani con una carica di energia e di buonumore in più, che mi mantiene resiliente di fronte alle difficoltà della vita, che mi ha permesso di mollare sulle manie di perfezionismo, concesso di mettermi più in gioco con fiducia e autostima, e anche di poter sbagliare, veramente come se la vita fosse un grande gioco. Ho fatto cose dal 2015 che neanche avrei potuto immaginare!
La cosa meravigliosa è che, più lascio andare resistenze nei miei confronti, più divento accogliente e comprensiva nel confronti degli altri: persone che prima non sopportavo, ora le vedo nel loro lato bambino e mi fanno tenerezza; magari evito lo stesso di trascorrerci del tempo insieme ma per lo meno non scatenano più in me quella dose di rabbia e giudizio che emergevano prima.
Quello che ho potuto constatare negli altri (clubbisti o leader da me formati) è veramente vario: recupero del sonno per chi da tempo non dormiva, sollievo da dolori fisici provocati da malattie croniche o da situazioni di passaggio, la capacità di ritrovare la gioia di vivere che sembrava smarrita, di lanciarsi in nuovi progetti. Sono nate nuove relazioni e ho visto “desideri” realizzarsi.
Perché fai quello che fai?
Perché mi riesce bene e senza troppo sforzo, mi sento nel “flow”.
Perché penso che ognuno abbia il diritto di stare bene, di essere felice e di trovare pratiche semplici e non troppo faticose o lunghe per dedicarsi a sé stesso.
Perché ritengo che proprio io posso essere un buon canale per la loro divulgazione.
Qual è il tuo sogno?
Io mi sono sempre sentita “diversa”, fuori luogo. Sogno che tutti coloro che si sentono così, possano trovare il modo di apprezzarsi e di valorizzarsi proprio per quello che sono: nessuno, da fuori, ha il diritto di dirci che siamo giusti o sbagliati; che ci prendano per quello che siamo! Vorrei poter essere d’ispirazione per chi mi incontra, perché possiamo comportarci in maniera più amorevole nei nostri riguardi e capire che essere diversi è una ricchezza e non una mancanza.
Sogno che le persone che non sono portate o non hanno strumenti per affrontare lunghi percorsi di discipline lontane dalla loro cultura d’origine, possano trovare sollievo e realizzazione nella risata. Sogno che ci possa essere dialogo tra le diverse correnti dello Yoga e che la risata sia compresa e accolta come una vera e propria tecnica anche negli ambienti più seriosi. Sogno che non ci siano giudizi, né sulle persone, né sulle discipline che ognuno decide di seguire, né sui contributi che ognuno ritiene di portare al loro interno.
Voglio un mondo fatto di persone felici che si vogliono sinceramente bene, che hanno il desiderio e la capacità di fornire il loro contributo, unico, nella società.
Se una persona è triste, difficilmente riuscirà ad auto realizzarsi e, tanto meno, potrà contribuire attivamente ma, anzi, rischierà di divenire un “peso” sociale. Anche solo per questa ragione, io credo che attività come lo Yoga Della Risata avrebbero bisogno di essere divulgate professionalmente il più possibile.
Per incontrare Elena Biazzi e partecipare al Congresso di Yoga della Risata (28-30 settembre) e/o allo Spiritual retreat (26-28 settembre) condotto dal Dottor Kataria, tutte le info qui: https://congressoyogadellarisata.it/
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
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