Cari amici ridenti,
sentiamo sempre più parlare dell’Intelligenza Emotiva e della sua importanza nelle relazioni e nella professione e chi pratica Yoga della Risata si accorge in maniera forte di quanto essa si potenzi mano a mano che portiamo sempre più la risata nella nostra vita e frequentiamo abitualmente un Club della Risata: aumentano l’empatia e la capacità di entrare in relazione con l’altro, ci guardiamo più facilmente negli occhi, comunichiamo decisamente meglio.
Quasi tutti pensiamo che il concetto di Intelligenza Emotiva sia stato ideato da Daniel Goleman nel 1995 (anno di nascita anche dello Yoga della Risata e pure della scoperta dei neuroni a specchio, anno di grande accelerazione su tema della comunicazione e della relazione, direi), ma scopro di recente che, invece, i primi studiosi dell’Intelligenza Emotiva sono John Mayer e Peter Salovey 5 anni prima, nel 1990.
Che cos’è l’Intelligenza Emotiva?
E’ la capacità di riconoscere e gestire le nostre emozioni e le emozioni di chi ci sta intorno.
Da quando si parla di intelligenza emotiva molti modelli sono stati proposti: il più conosciuto è quello di Goleman, ma sono altrettanto importanti gli studi dei primi teorici dell’IE.
Quattro sono gli aspetti principali dell’Intelligenza Emotiva, secondo il modello di Mayer e Salovey.
1. Percepire le emozioni
E’ la capacità di cogliere le emozioni presenti nel viso o nel tono di voce delle persone. Chi è più abile a percepire le emozioni in sé o negli altri è avvantaggiato nelle relazioni, perché ha più facilità a vedere le cose dal punto di vista dell’altro e ad essere empatico.
2. Usare le emozioni per potenziare il pensiero
Le emozioni riescono a cambiare il nostro modo di pensare. Quando siamo felici possiamo credere che tutto è possibile, mentre quando siamo tristi, tendiamo ad essere più negativi. Possiamo usare le nostre emozioni per risolvere problemi, prendere decisioni o usare più efficacemente la nostra creatività.
3. Comprendere le emozioni
Dopo aver riconosciuto un’emozione è anche importante interpretare il messaggio che trasmette.
Perché abbiamo certe emozioni?
Da dove provengono?
Dove ci conducono?
L’irritazione ci può portare presto alla rabbia, per esempio, o l’insicurezza ci può portare alla tristezza e a non intraprendere un’attività.
Chi è emotivamente intelligente è capace di etichettare verbalmente le emozioni in modo appropriato, e può comprendere sentimenti complessi e anche stati emotivi contraddittori.
ESERCIZI
L’auto-monitoraggio come strumento di consapevolezza emotiva
Tieni un Diario dell’umore per monitorare cosa ti fa cambiare umore.
Annota:
- gli eventi negativi che hanno prodotto un cambiamento di umore
- le credenze che hanno prodotto un cambiamento di umore
- il cambiamento d’umore che ne è seguito, su una scala da 1 a 10.
Questo ti permetterà di comprendere meglio le tue emozioni e di iniziare a controllarle. (Alan Carr promuove l’uso del Diario delle emozioni nel suo testo dedicato alla Psicologia positiva del 2004)
Puoi anche lavorare sulle credenze che ti hanno rovinato l’umore:
messa in discussione – cerca di pensare a credenze alternative per spiegare eventi negativi e prendi nota…
…del cambiamento del livello di energia in una scala da 1 a 10
Esistono anche molte App che ci permettono di annotare l’umore. Ve ne segnalo una: iFeel Free – diario dell’umore
4. Gestire le emozioni
La gestione delle emozioni non è l’eliminazione delle emozioni moleste, ma l’imparare a controllarle. Alcuni di noi, quando stanno male, pensano di non poterci fare nulla, mentre altri credono di poter fare qualcosa per stare meglio e si danno da fare.
Una persona in grado di gestire efficacemente le proprie emozioni è spesso anche in grado di aiutare gli altri ad affrontare le loro.
CONSIGLI PER GESTIRE LE PROPRIE EMOZIONI
Cosa funziona bene | Cosa funziona meno bene |
Consumare energia (fare esercizio fisico, per esempio, o ridere) | Ridurre direttamente lo stress o la tensione (consumando droga o alcol, per esempio) |
Produrre uno sforzo cognitivo (farsi un discorso di incoraggiamento) | Evitare la persona o la cosa che ci ha guastato l’umore |
Gestire attivamente l’umore (rilassarsi, praticare Yoga della Risata, ascoltare musica, cantare, danzare | Gestire passivamente l’umore (stare davanti alla TV o al PC, bere caffè, mangiare e dormire |
Avere interazioni sociali | Stare da soli |
Concedersi distrazioni piacevoli (un hobby, fare commissioni) |
Questo è un modello di intelligenza emotiva che, con le sue quattro componenti, sembra applicarsi bene alla vita reale.
Uno può essere capace di ascoltare gli altri, provare compassione per loro e comprenderli, e allo stesso tempo può non riuscire ad entrare in contatto con loro semplicemente perché non in grado di “leggere” gli indizi non verbali delle emozioni. E qui la percezione delle emozioni è di certo l’area specifica in cui è necessario intervenire.
E lo Yoga della Risata potrebbe aiutare, perché ci permette di sintonizzarci all’espressione dell’altro e a decifrarne gli indizi visivi, oltre a permetterci di allenarci sulla nostra espressione delle emozioni.
Questo articolo nasce dalla lettura di La scienza della felicità, di Ilona Boniwell e dalle sue riflessioni sull’intelligenza emotiva.
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
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