Cari amici ridenti,
lo spunto a questo articolo arriva da un’immagine postata online su fb da qualcuno, non so bene chi, qualche settimana fa.
Eravamo in piena campagna elettorale e si era fatto un fotomontaggio di persone ritratte in una risata piena, il Papa, Obama, il Buddha e altri, e tra le foto ci è finita anche la mia, che forse è uscita fuori ad una ricerca su google associata alla parola risata.
Le risate in questione sarebbero state generate dall’ipotesi di un determinato candidato politico eletto premier: fatto risibile, per la fazione avversaria, tanto da dedicargli un post fb con questo collage di foto.
Ridere e deridere
Ebbene, prendo spunto da questo episodio, che mi ha molto infastidito e fatto riflettere, per fare una considerazione sulla differenza sostanziale tra ridere e deridere, tra risata incondizionata e scherno, sarcasmo e risata a denti stretti.
Quello che facciamo con lo Yoga della Risata e con la cosiddetta risata incondizionata è qualcosa che connette, invece di dividere.
E’ per questo che la risata è Yoga, unisce, e lo possiamo leggere bene in questo articolo del Dottor Kataria.
La risata incondizionata nasce senza stimolo esterno: è legata ad una scelta e ad una responsabilità, quella di stare nelle gioia, di sceglierla nonostante, di decidere di ridere anche quando intorno a me non ce n’è davvero motivo.
Ha l’obiettivo individuale di farci stare meglio, ma non solo. Stando meglio noi, portando gioia in noi, generiamo anche un cambiamento in chi ci sta intorno. E quella che produciamo è una risata pura, che sgorga cristallina e rinforza, e che, se praticata insieme agli altri, unisce in maniera difficilmente spiegabile a parole.
Uno dei feedback più interessanti e che più meraviglia chi prova il potere dello Yoga della Risata è il senso di famiglia e di connessione che si sente verso le persone con cui si ride insieme. Quasi che, se la persona è lì a ridere con me, è una persona di cui posso fidarmi.
Ed in effetti la risata ha molto a che fare con la fiducia: la risata ti rende l’altro uno specchio, proprio perché lo guardi negli occhi, e le barriere, durante la risata, per forza sono abbassate e ci siamo noi con tutto il nostro essere, in pienezza.
E l’altro diventa quindi una parte di me, un mio fratello, l’altro è umano, come lo sono io in profondità. L’altro non è un ruolo sociale, un rappresentate di una fazione, un sesso, una razza.
L’altro è un uomo, l’altro è umano. L’altro è un mio simile. L’altro sono io.
Quanta bellezza a vivere questo sentimento di connessione e di famiglia, questa fiducia nell’essere umano ritrovato, in un mondo che ci vuole sempre più divisi e ostili.
E qui appunto la derisione.
Deridere l’altro è creare separazione, è dividere. E’ additare l’altro come diverso, come oggetto di scherno. E’ giudicare, è buono/cattivo, giusto/sbagliato, bene/male.
Deridere crea dolore e chi ha sofferto di bullismo, o di mobbing, io per prima alle elementari e soprattutto alle medie, lo sa bene.
E così il deridere è l’esatto opposto della risata incondizionata. Se il nostro aspetto, esteriormente, può pure essere lo stesso, cioè una risata piena – ma più facilmente sarà una risata a denti stretti, una risatina, un ghigno – il senso profondo è sostanzialmente diverso.
E probabilmente anche il nostro aspetto è diverso.
La risata incondizionata scuote tutto il sistema, coinvolge corpo e viso, gli occhi si chiudono, il sorriso è quello catalogato come Duchenne, conosciuto anche come sorriso vero.
È stato scoperto da un medico francese Guillaume Duchenne, che ha studiato la fisiologia delle espressioni facciali e ha scoperto che un sorriso genuino, chiamato appunto in suo onore come Duchenne Smile, coinvolge le contrazioni del muscolo maggiore zigomatico, che solleva l’angolo della bocca quando ridi o sorridi, e contemporaneamente una contrazione dei muscoli intorno agli occhi, noti come orbicularis oculi, che increspano gli occhi generando le cosiddette zampe di gallina intorno. Questo tipo di sorriso è collegato all’autentica produzione di emozioni positive ed è anche considerato degno di fiducia.
Il sorriso Non-Duchenne è anche detto Say Cheese Smile, e implica che volontariamente non si possono contrarre anche i muscoli intorno agli occhi. Il sorriso finto è in fatti legato alla parte del cervello più nuova, la corteccia motoria, mentre quello Duchenne è prodotto dalla parte antica del cervello, legata alle emozioni, il cingolato anteriore, parte del cervello limbico.
Il deridere, da Dizionario etimologico è invece, “mostrare spregio altrui col ridere e dicendo parole di scherno”: ecco, nel deridere c’è tutto un atto verbale coinvolto, relativo al giudizio dell’altro, all’additare l’altro.
Ed invece, proprio per andare all’origine e alla purezza dell’atto del ridere, con la risata incondizionata spesso la parola neppure c’è. Ci sono i neuroni specchio che invitano a ridere insieme e a farsi contagiare dalla risata dell’altro, c’è la magia dell’incontro di sguardi e di risate, ci sono le maschere che scendono e che permettono quindi di mostrarci per quello che siamo. Essere umani, uguali.
Capaci di ridere, onorati di farlo.
Che ne pensi di queste riflessioni?
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
Eccezionale Lara ✨, la classe , l’eleganza , la semplicità , la verità e la Passione ti distinguono sempre per quel meraviglioso essere Umano che ho l’onore di Conoscere e che sta diffondendo sempre più questa Fantastica Disciplina del Ridere Insieme per creare sempre più persone Felici e come dici sempre tu …..e dajeeeeeee de Coreeeee Raga’. ……
Namaste’ o nostra Master Lara , grazie di esserci dal più profondo del Cuore
Lara..BUONGIORNO!!..è esattamente la differenza che attuo quando utilizzo lo yoga della risata nelle scuole….RIDERE Nn è deridere..è il progetto che con una leader formata stiamo portando avanti..leggere l articolo mi ha rinforzato intuizione già avuta GRAZIE
“L’altro è un uomo, l’altro è umano. L’altro è un mio simile. L’altro sono io.”
Sì è la “magia” che si crea ridendo insieme; è ciò che sperimento in ogni sessione di yoga della risata con persone disabili: al di là delle difficoltà fisiche o psichiche siamo tutti uguali, anime splendenti in cammino.
Grazie Lara.
Bellissimo,profondo e importante da comprendere come differenza sostanziale di un modo di esistere. È un articolo da far girare. Brava.