Training e report di Gabriella Faiella
Gabriella Faiella è fisioterapista e Teacher di Yoga della risata, molto attiva nel settore del sociale. Qui di seguito riporto il report che ha rilasciato in seguito al progetto pilota presso la Casa di Cura e Riabilitazione G. F. Montesano a Roccapiemonte (SA) .
REPORT Ottobre-Marzo 2018/19
In data 23/10/18 presso la Casa di Cura e Riabilitazione G. F. Montesano a Roccapiemonte (SA) parte un progetto pilota di “Training Respiratorio” con la pratica dello Yoga della Risata.
L’obiettivo su cui si fonda l’intero progetto è quello di coadiuvare e potenziare il sistema respiratorio, favorendone l’attività e migliorando la capacità respiratoria dei pazienti degenti che (date le condizioni post acute, esiti di eventi traumatici o interventi chirurgici) può averne subìto la riduzione a causa dell’inattività o di un’attività motoria ridotta.
Il progetto parte su mia personale richiesta per favorire l’introduzione della pratica dello Yoga della risata in ambito sanitario, di cura e riabilitazione, ma che supera ampiamente, a mio avviso, gli obbiettivi di base per cui è stato approvato, che riguardano non solo l’ambito dello spettro respiratorio, ma che favoriscono un importante strumento di lavoro sul sistema globale di recupero e di salute oltre che un attività psico-motoria gruppale di sostegno efficace.
Il gruppo di Yoga della Risata ha rappresentato una forma di supporto molto forte. Trovarsi di fronte a persone che vivono nello stesso contesto, la stessa situazione di inabilità o di disabilità aiuta ad uscire fuori dal senso di isolamento o di inadeguatezza legato a una condizione di disagio esistenziale temporaneo o a volte permanente (come accade per alcune disabilità). Conoscere le esperienze di altre persone, sapere che le hanno vissute e di come sono riusciti a superarle può essere confortante e può aiutare ad andare un po’ oltre le proprie paure con un rinnovato senso di fiducia.
Il gruppo favorisce l’interazione, sviluppa l’empatia e il senso di vicinanza, migliora la relazione. La giocosità crea divertimento, apertura e rende azioni monotone più interessanti e motivanti e trasforma compiti noiosi in qualcosa di divertente.
Essere giocosi, quando si è catturati dallo stress o da gravi problemi, non è semplice, ma allenarsi alla giocosità insieme agli altri, aiuta a guardare la vita e la propria condizione da una prospettiva diversa. La giocosità mostra le cose e il mondo sotto una luce ottimistica e aiuta a sdrammatizzare, recuperando forza e resilienza.
Resta fondamentale considerare che una buona respirazione favorisce e potenzia il recupero psico-fisico, aumenta la resistenza e la sensazione di benessere, incrementa la capacità di lavoro e migliora la qualità della vita.
Il programma si avvale di tecniche respiratorie derivate dalla pratica dello Yoga della Risata e integra Tecniche di stretching e Tecniche ludiche.
L’attività gruppale prevede la partecipazione di un numero di pazienti degenti che varia dai 6 ai 10 partecipanti per un ciclo di incontri della durata di 60 minuti, tre giorni a settimana per quattro settimane consecutive e per un totale di 12/18 sessioni circa per ogni partecipante spalmate su un periodo di degenza che oscilla dalle 4 alle 6 settimane e viene svolta in ambiente protetto e in posizione seduta.
Ogni sessione si articola su tre momenti distinti:
a- fase di riscaldamento e di attivazione
b- respirazioni / esercizi di attivazione della risata
c- rilassamento
La fase di riscaldamento prevede una serie di esercizi di clapping, alcuni sul corpo, altri battendo le mani, associando la vocalizzazione di un mantra che attiva il diaframma:
Clapping classico
Clapping in contatto: si invitano i partecipanti a battere le mani due volte vocalizzando Ho Ho e di battere le mani con il vicino di destra o di sinistra alternandosi sincronicamente Ha Ha Ha. Se il gruppo è pari basterà girarsi una volta verso il partecipante di destra e una volta verso il partecipante di sinistra per coincidere il mantra Ha Ha Ha con il battito di mani in coppia.
Un’altra modalità prevede come per l’esercizio di sopra di battere due volte le mani vocalizzando Ho Ho e di battere contemporaneamente con i due partecipanti seduti ai propri lati vocalizzando Ha Ha Ha.
Quest’ultima modalità stimola interazione e la giocosità.
Clapping con i piedi
Alternativamente si battono i piedi sul pavimento vocalizzando Ho Ho Ha Ha Ha per un serie di volte. Si crea una pausa per far riposare le gambe poi si ricomincia.
Clapping ridente sul corpo
Si esegue su tutto il corpo un delicato clapping, ridendo. Si parte dal petto oppure dall’addome, oppure dalla testa e si batte a piccoli colpetti la superficie del corpo accessibile alla posizione e alla capacità di movimento.
Clapping e Brain Gym:
Ho Ho (batto le mani)
Ha Ha Ha batto a mani incrociate sul petto
Ho Ho (batto le mani)
Ha Ha Ha batto i pugni uno sull’altro
Ho Ho (batto le mani)
Ha Ha Ha batto le mani sulle cosce
Questo esercizio effettuato di continuo e con ritmi incalzanti attiva l’attenzione, la coordinazione e la giocosità.
Respirazione esercizi di attivazione della risata
Questa fase prevede una serie di esercizi di respirazione cui seguono esercizi di risate che possono comunque essere anche alternati:
Respirazione del cane
Respirazione diaframmatica
Respirazione di calcutta
“Ho Ha” respirazione coadiuvata dal movimento delle braccia
“Ha” 1-2-3 colpi respirazione coadiuvata dal movimento delle braccia
Respiro del fiore
Humming
Humming occhi/orecchie chiusi
Esercizi di risate: gli esercizi di risate classiche consuete nel corso del tempo e nel particolare contesto, hanno dato spunto a una serie di nuove risate inventate dai pazienti.
Queste risate portano con sé un che di miracoloso, creano uno spazio giocoso e danno la possibilità di scaricare facilmente molte tensioni, legate al dolore, alla condizione, alle aspettative di ogni paziente. Citerò quelle che hanno avuto più successo, come le risate classiche dello Yoga della risata, tipo la risata del leone, del leone 3-5 colpi, del coccodrillo, del metro, risata shekerata; le risate che i pazienti hanno ricordato più volentieri come la risata del tagliaerba, della motosega, del martello pneumatico, Haugh grande capo indiano ride, la risata dell’aura; e infine ci sono le risate inventate dai pazienti come la risata delle formiche, la risata del riso e del pianto, la risata del dolore che incalza, e infine le risate che ho inventato insieme a loro grazie ai loro racconti, alle nostre riflessioni, alle loro esperienze quotidiane come ad es. la risata delle stampelle, la risata del lamento, la risata dell’origine del dolore, la risata che dal pianto si trasforma in gioia, la risata della dentiera, la risata severa, le risate onomatopeiche (dei suoni gutturali), risata dell’incitamento, risata del fiore che sboccia. Infine le risate giunte dall’universo del web come la risata del megafono, risate ad occhi chiusi, risata della canna da pesca che insieme abbiamo trasformato come la canna da pesca dei desideri, risata della spalla su cui piangere, la risata del rimbalzo.
In qualche sessione ho proposto gli Esercizi di stretching abbinati alla risata:
-Si inspira alzando la spalla destra e si espira ridendo abbassandola e viceversa
-Si inspira elevando la spalla destra e abbassando la sinistra e si espira ridendo abbassando la spalla destra e abbassando la sinistra
-Si inspira flettendo le spalle in avanti e si espira ridendo con le spalle in estensione con tronco in iperestensione (indietro), inclinando la testa indietro con iperestensione del tratto cervicale.
Tutte le sessioni si avviano alla chiusura con la Meditazione della Risata che comincia con la proposta di una risata timida e procede con qualche indicazione per coinvolgere i pazienti che mostrano di rallentare le proprie risate, ad es. risata a bocca aperta, a bocca aperta e lingua in fuori, risata in apnea, risate con le vocali, risata incontenibile, risate a rimbalzo, della zip, con risucchio ,ecc ecc
Nella Fase di rilassamento utilizzo una visualizzazione preceduta da un rilassamento corporeo guidato.
In alternativa al rilassamento finale propongo l’Humming oppure l’Humming del calabrone con occhi/orecchie chiusi.
Nel corso dei mesi ho constatato che sempre più spesso mi veniva richiesto il Cerchio delle affermazioni positive: a turno si sceglie un’affermazione positiva e la si afferma a voce alta al gruppo alzando le braccia in alto. Il gruppo risponde con impeto e partecipazione: <<SI!!!>>.
Questo esercizio facilita l’espressione, l’assertività, crea unione e favorisce il senso di fiducia nelle proprie forze e nel proprio futuro, restituisce un senso di carica e di connessione con il resto dei partecipanti. Con questo tipo di esercizio è facile vivere un esperienza di “riflusso” cioè le proprie azioni creano delle emozioni a loro corrispondenti.
Effetti benefici dell’interazione giocosa
L’esperienza di gruppo motiva alla responsabilità, promuove lo spirito di condivisione e di cooperazione, favorisce il superamento di idee e pregiudizi limitanti. Tra gli effetti benefici psicologici relazionali dell’interazione giocosa ho osservato un miglioramento delle capacità di ascolto, di intesa e di cooperazione tra i degenti partecipanti.
Considerazioni finali
Il Training Respiratorio ha portato con sé molti effetti benefici visibili che sono andati ben oltre gli obbiettivi a cui è stato finalizzato.
L’equipe medica ha voluto fortemente questa attività in un momento particolare dell’azienda che necessitava di un rinnovamento e di nuovi stimoli, di nuove proposte riabilitative da aggiungere a quelle già esistenti, come la riabilitazione neuro-motoria, l’elettroterapia, la logopedia, la terapia occupazionale, la psicoterapia.
Di fatto dopo aver dato l’avvio all’integrazione ufficiale dell’attività e migliorato gli aspetti organizzativi non c’è ancora stato un riscontro di verifica. La fiducia, l’esigenza di fare qualcosa di nuovo da offrire agli utenti ha mantenuto viva la volontà di portare avanti il progetto.
Non è stato difficile sentire storie di degenti che, se durante la notte non riuscivano a chiudere occhio, si ri-trovavano in corridoio o in salotto a dirsi sotto voce: <<molto bene, molto bene, yeaah>>. Ho sentito di serate organizzate tra i pazienti ridenti, che durante la cena hanno riso e ripetuto le risate.
Alcune pazienti hanno parlato di questa esperienza con i propri familiari e spesso mi è stato chiesto di capire meglio o di partecipare alla sessione. Una paziente anziana (circa 80 anni) alle dimissioni ha ringraziato tutti per l’esperienza vissuta insieme perché aveva saputo di aver perso una sorella mentre lei era in degenza, così ha deciso di venire ogni giorno, di non mancare a nessuna sessione perché attraverso le risate ha anche pianto, ma soprattutto perché è riuscita ad elaborare questo lutto e a farsi forza nel dover affrontare il rientro a casa.
Ha raccontato a tutti la sua storia l’ultimo giorno, quando noi usiamo donare a chi va via la Pioggia d’amore, inondando chi lascia il gruppo di incoraggiamenti e di benedizioni.
Ho visto ragazze con storie di vita impossibili piangere durante il rilassamento, confidando di aver ricevuto tanto di quell’amore dalle risate del gruppo che mai prima di allora. Ho visto persone accendersi e rinnovare la luce degli occhi con lacrime di gioia già alla seconda o alla terza sessione. Una signora di circa 60 anni nel giorno delle dimissioni ha dichiarato come un giuramento che mai più avrebbe permesso alle persone della sua vita di ostacolarla o di impedirle di dedicarsi del tempo per se stessa.
Ho visto ultra ottantenni piangere dal ridere già alla prima sessione, ridere come non mai, darsi il permesso di farlo e darsi il consenso di essere se stesse senza preoccuparsi minimamente del giudizio altrui. Ho visto un ragazzo di 40 anni diabetico ridere con la mano avanti alla bocca per la vergogna perchè senza denti darsi la libertà di ridere senza vergogna nelle settimane successive, condurre le risate, spiegarle agli altri senza il timore di essere giudicato per quello che lui stesso considerava un difetto. Ho visto pazienti che ridevano poco e si guardavano intorno con sospetto mentre si coprivano la bocca se la dentiera spuntava fuori, scompisciarsi dalle risate e lasciar cadere la dentiera solo perché avevano superato questo condizionamento.
Conosco uno per uno i pazienti che sono diventati i leader delle sessioni per le loro risate contagiose, per l’impegno e per l’incoraggiamento che davano ai compagni di stanza o alle persone che sentivano di avere delle resistenze o delle difficoltà nel ridere e pazienti che sceglievano in reparto persone che vedevano isolate o che avrebbero potuto beneficiare dell’esperienza perché loro stessi sentivano che stavano bene.
Nelle condivisioni una signora ha raccontato di aver notato che il tremore alle mani che l’aveva accompagnata per una vita intera era scomparso. Un’altra signora che mostrava resistenze a mostrarsi ridere, rideva sottovoce, alla fine ha raccontato di essersi liberata di un peso, un senso di nausea e di vomito, come un grosso masso che sentiva sulla bocca dello stomaco. Riferiva di sentirsi liberata e nelle ultime sessioni la sua risata e la sua voce era diventata udibile. Ricordo di un paziente che dopo giorni che non dormiva a causa di un’insonnia legata al problema fisico, al dolore, al post operatorio, alle preoccupazioni, alle tensioni, era finalmente tornato a dormire e non gli sembrava vero finalmente di essere riuscito a riposare per sette ore consecutive la notte precedente.
Le condivisioni, i feedback sono stati innumerevoli ma tanti sono stati espressi attraverso i sorrisi, attraverso la decisione di ritornare ogni giorno nella stanza delle risate, attraverso le parole di gratitudine che hanno arricchito la mia vita umana e professionale.
Lo Yoga della risata ha effetti benefici curativi che vanno ben oltre la riabilitazione.
L’effetto benefico della pratica viene confermato da tutti quei pazienti che ogni giorno chiedono di accogliere nel gruppo tal o tal altro paziente, perché questa attitudine dimostra la premura che mostrano e che ahimè, tante volte manca alle figure professionali come il calarsi metaforicamente nei panni dell’altro o il pre-occuparsi per l’altro.
I pazienti anche nelle condizioni più dolorose e complesse di esistenza restano umani mentre a volte i professionisti “si svestono” di questa umanità in nome di un ruolo, di una qualifica professionale, di una posizione, per indossare un camice o una divisa che non di rado mette le distanze e crea una “condizione di distanza umana”.
Molte volte accade che il paziente debba ingoiare abusi, ingiustizie, disagi e spesso non ha modo o possibilità di difendersi o di proteggersi, così la sessione di yoga della risata diventa un momento di sfogo, uno spazio sicuro dove poter denunciare le piccole o le grandi ingiustizie. Questo forse non risolve i problemi ma crea uno spazio di ascolto che ammortizza e integra i colpi bassi che la vita può riservare. I degenti a volte, devono necessariamente adattarsi alla dipendenza, alla necessità e alla capacità o meno di chiedere aiuto, così accade che a volte si sceglie di rinunciare e la frustrazione sale, soprattutto nei pazienti più anziani, che vivono una condizione di isolamento e di abbandono.
Ogni paziente arriva in degenza con un proprio bagaglio esistenziale ed io da riabilitatrice considero più che mai lo Yoga della risata un potente strumento di guarigione, uno strumento riabilitativo che ha una sua personale intelligenza in grado di pulire, sistemare, organizzare, rinnovare, ri-strutturare la propria esperienza di vita che al di là del recupero riabilitativo è in grado di curare le piccole ferite emozionali quotidiane restituendo forza, coraggio, com-passione, gratitudine, serenità, gioia, guarigione, amore, pace e armonia.
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
Lascia un commento