Di Sara De Santi
Che ridere fa bene è noto, chi pratica lo Yoga della risata lo sa ancor meglio. Allo stesso tempo, vivere con un animale domestico aumenta il benessere personale e familiare, il contatto produce numerosi effetti benefici, tanto da essere un contatto terapeutico come accade nella Pet-Therapy. Risata e amore per gli animali si possono coniugare con grandi benefici, vediamo come.
Ma come avviene tutto questo? E come si connettono risata e amore per gli animali?
La risposta è in una parola, anzi due: sincronizzazione emozionale. Sono stati fatti numerosi studi sulla connessione esistente tra le emozioni umane e quelle degli animali che vivono e interagiscono insieme. Per questo sappiamo che la Pet-Therapy fa bene e che molte difficoltà comportamentali degli animali sono dovute alle emozioni disfunzionali dei loro compagni di vita umani. D’altronde le specie mammifere condividono le stesse strutture fisiologiche deputate alla ricezione e analisi di emozioni.
Nell’occuparmi di relazioni tra umani e animali ho voluto incontrare nel mio cammino lo Yoga della risata. Immaginavo che ci sarebbe stato un effetto positivo anche nella relazione con gli animali e ho voluto indagare per capire a fondo quale sia.
Per cominciare ho testato me e i miei cani.
Mi sono concentrata sull’osservazione di due parametri:
– la frequenza cardiaca, di cane e persona, misurandola con dei cardiofrequenzimetri
– la misurazione della distanza tra cane e persona in contesti abituali, osservandone la variazione nel momento in cui è praticato lo Yoga della risata.
All’inizio ho proposto lo Yoga della risata connesso alla presenza di animali a parenti e amici, oltre a testarlo su di me. Ho potuto osservare sia cani che gatti e le osservazioni maggiori attualmente le ho raccolte sui cani.
I miei sei cani hanno reagito tutti in maniera abbastanza omogenea: i primi giorni di pratica individuale con lo yoga della risata, la risata incondizionata e la sfida dei 40 giorni, mi guardavano o annusavano incuriositi, qualcuno si allontanava. Non avevo ancora i cardiofrequenzimetri ma la distanza spaziale, tra me e loro, che tenevano all’inizio, per tre su sei era maggiore rispetto al solito. Ho fatto quindi delle prove: risata silenziosa, risata rumorosa, risata alternata a silenzio. La risata silenziosa compensa la distanza spaziale, i miei cani non si allontanano. Ho notato che, appena dopo i dieci minuti di risate, c’è una grande tranquillità in casa, che si nota anche se stiamo per uscire in passeggiata (momento caotico per eccellenza).
L’introduzione dei cardiofrequenzimetri mi ha aiutata: prima della sessione le frequenze cardiache sono distanti di 15-20 bpm (battiti per minuto). La frequenza cardiaca dei cani può essere maggiore di quella umana anche a riposo, soprattutto nei cani di taglia piccola. Dopo la sessione però la distanza si riduce: osservando le frequenze cardiache medie mie e dei miei cani, ho potuto notare che la distanza scende a 7-12 bpm!
Tutte esperienze osservazionali è vero, ma i dati coincidevano sia per me che per alcuni amici.
L’esperimento in gruppo misto di cani e umani
Ho quindi accettato l’invito di una collega e amica che ha un centro cinofilo e abbiamo proposto l’evento ad un gruppo di frequentatori abituali. I partecipanti sono stati una quindicina e i cani presenti una decina.
Non tutti i cani si conoscevano, unica caratteristica comune la disponibilità a stare in presenza di altri individui, cani e umani, estranei. Ho avuto a disposizione tre ore; ho inserito una piccola parte teorica sullo yoga della risata, com’è consueto, e poi abbiamo iniziato una sessione pratica.
Le indicazioni per la sessione di Yoga della Risata sono state:
– stare in un grande spazio aperto
– cani liberi da guinzagli, liberi da richiami o richieste, abbiamo dato loro la possibilità di muoversi come volevano
– camminare, non correre, in nessuna attività
– alzare l’energia del gruppo in maniera graduale
Tutti gli esercizi iniziali di clapping li abbiamo fatti sparsi per il prato, non in cerchio, senza muoverci, comunque guardandoci. Ho chiesto che iniziassero a battere le mani piano per poi aumentare. Questo per comunicare “apertura” ai cani, evitare di creare difficoltà spaziali legate alla territorialità (che per i cani è un valore) e non essere disturbanti creando da subito rumore eccessivo per il loro udito più sensibile.
A seguire abbiamo fatto un’attività in cui camminare per il prato, presentarsi stringendosi la mano e ridere. In questa fase i cani si sono un po’ agitati, ma i partecipanti li hanno lasciati liberi di esprimersi.
Gli esercizi di respirazione e risata li abbiamo fatti a ritmo più lento e i cani si sono pian piano riavvicinati al gruppo.
A questo punto ho riunito tutti in cerchio e ho provato una “risata verso il cielo”: tutti per mano abbiamo camminato verso il centro del cerchio e tornando indietro partiva una bella risata. Lo abbiamo fatto quattro volte: alla prima, due cagne, che si osservavano da un po’, si sono abbaiate contro e rincorse per qualche secondo; da quel momento hanno comunicato meglio. Al secondo giro di risata verso il cielo i cani si sono tutti avvicinati, al terzo e al quarto erano praticamente in mezzo a noi.
Il gioco “Ape Car della risata” ha creato contatto fisico e divertimento puro: le persone si sono lasciate coinvolgere, hanno partecipato alla grande e i cani erano tutti vicini a noi. Così è accaduto anche in altri momenti di gioco.
Il radicamento finale è stato con l’Hum, momento in cui i cani son stati ancora presenti nel gruppo, ma palesemente disturbati dal volume alto. La frequenza emessa però se la sono vissuta poiché nonostante qualcuno abbia protestato abbaiando, nessuno si è allontanato.
A fine esperienza ho raccolto dei dati su un questionario in forma anonima.
L’uso dei cardiofrequenzimetri su un binomio cagna-proprietaria ha evidenziato ancora l’avvicinarsi delle frequenze cardiache medie tenute nell’arco di tempo della sessione con un risultato ancora migliore: solo 3 bpm di distanza tra cane e persona (frequenza cardiaca media della canina 90bpm e frequenza cardiaca media della ragazza 87 bpm).
Il questionario ha poi evidenziato che:
– la maggior parte dei presenti provava lo yoga della risata per la prima volta
– tutti i presenti fanno attività col cane in modo abituale (passeggiate o attività al centro cinofilo)
– l’esperienza è stata piacevole, portando curiosità, benessere, libertà, gioia
– osservare le reazioni dei cani alle attività è ciò che ha maggiormente colpito i presenti
– tutti coloro che hanno risposto hanno notato una sincronizzazione nei ritmi e nei comportamenti di tutti gli individui presenti durante le varie fasi della sessione
– il rilassamento condiviso tra cani e persone è stato l’effetto maggiormente riscontrato dall’esperienza
La miglior risposta alla domanda “consiglieresti l’esperienza ad altri? perché?” è stata “Non c’è un perché, è da fare e basta” e racchiude in effetti tutto ciò che è stato vissuto e provato. Alcune esperienze e sensazioni, sebbene si possano raccontare, vanno, infine, principalmente vissute.
Cosa cambia quindi nella relazione uomo-cane durante l’attività di yoga della risata?
A cambiare sono alcuni elementi importanti:
– il primo è l’emissione di vibrazioni emozionali positive; quando ridiamo stiamo bene, ci distacchiamo dal flusso mentale e questo gli animali lo percepiscono e ne traggono beneficio. Se armonizziamo i ritmi della sessione con alcune esigenze del cane, questi effetti benefici si amplificano molto;
– il secondo è che ridere allenta le tensioni nel corpo quindi migliora la nostra comunicazione non verbale, rilassiamo la muscolatura, comunichiamo di più e meglio, perché l’energia vitale ed emotiva fluiscono meglio; i movimenti semplici, spontanei, che emergono durante lo yoga della risata sono perfettamente comprensibili per i cani. In più diventiamo maggiormente coerenti con la nostra parte essenziale, che loro già conoscono bene
– il terzo è che quando stiamo bene togliamo l’iperattenzione che troppo spesso riversiamo sugli animali domestici: anche inconsapevolmente si è molto concentrati su cosa fanno, se mangiano o non mangiano, se si sporcano, sul quando abbaiano, ecc. Sono molti i parametri che continuamente osserviamo, senza renderci conto che l‘iperattenzione talvolta diventa ipercontrollo e stressa l’animale.
Inoltre, non siamo consapevoli di quante emozioni trasmettiamo loro, di quanto siamo caotici per loro con la nostra complessità di linguaggio, di pensiero e di azione. Ridere permette di staccare da molti schemi mentali, cosicché permettiamo a noi stessi, e ai nostri cani, di essere semplicemente liberi di fare ciò che ci fa stare bene
– il quarto riprende il principio “motion creates emotions”: ridere genera la neurochimica fisiologica del benessere, i cani lo sentono e rispondono allo stesso modo. Poiché non c’è cosa più bella di percepire che chi amiamo sta bene.
L’osservazione ovviamente non si ferma qua, sono sicura che molte altre esperienze e altre raccolte dati arriveranno a dare conferme e belle sorprese! Work in progress e intanto HoHoHaHa!

Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
È fantastico io faccio partecipare sempre il mio. Miticcio e l’ultima volta alla meditazione arrivati alla u anche lei si è messa sulle mie gambe e guardando in su c’era uno specchio a iniziato a fare uuuuuuu è stato bellissimo e poi è stata di supporto x una bimba di 82 anni e tanta energia a tutto il gruppo. Fantastico