Cari amici ridenti,
mercoledì Cinzia Perrotta, la nostra super esperta dello Yoga della Risata in carcere era particolarmente entusiasta per la sessione di Yoga della Risata che aveva condotto nel Club di Rebibbia.
Le ho chiesto di raccontarla ed ecco la meraviglia. A lei la parola.
Cosa succede concretamente durante una sessione tipo di yoga della risata in carcere?
Nella pratica, che gli facciamo fare a ‘sti ragazzi?
Niente di così troppo diverso dai giochi che facciamo anche con gli anziani e i bambini… cambiano altre cose, tra cui il contesto e l’approccio relazionale.
Oggi vi racconto l’ultima sessione dall’ingresso all’uscita…
Preparativi ed entrata
- Buonasera
- Buonasera, ancora qua!?
- Tutti i lunedì e i mercoledì…
- Mamma mia, ma come fate… avete lasciato gli illeciti? Avete lasciato le armi e le bombe? Soldi? Cellulare? Avete consegnato i documenti?
- Tutto
- Ma quì che cosa c’è? Sembrano borse porta mitragliatrici!
- Tappetini, campane tibetane, tamburo dell’oceano, quaderno con la penna… e basta
- Sono autorizzati sì? …ma ridono? È pieno di gente che non ride, poi te ne avrete visti là dentro di tutti i tipi, ci potreste scrivere un libro!
- Ma piano piano ridono tutti, soprattutto quelli che ne hanno bisogno
- Allora dai potete andare ci vediamo dopo!
Superati i cancelli, buonasera, buonasera, buonasera, salutati tutti quelli che incontriamo, con le campane che suonano a ogni passo, entriamo in reparto e si ricomincia, si ridanno i nominativi, siamo art.17 e…
- Allora fate ancora il corso! Lì dentro cosa avete?
- …
- Ok, mi fido, ve li chiamo?
- Sì, grazie!
- Pure questo ragazzo ve lo prendete? M. lo volete?
- Sì, certo che vogliamo pure lui…
- Namastè, Alè, aspettate di là vi potete accomodare nella stanzetta
- Grazie mille
Arrivano i ragazzi, ci salutiamo, baci abbracci sorrisi… Ci raccontano come stanno, a quello è successo questo; quell’altro s’è fatto male giocando a calcio; sai, quell’altro così, quell’altro lasciamo stare… sai invece questo ragazzo vorrebbe venire a fare Yoga della Risata! Prova a farlo inserire, è un bravo ragazzo! (…)
Sessione di Yoga della Risata
Cominciamo la sessione e per rilassarci un attimo cominciamo direttamente con la respirazione con il soffio, a occhi chiusi. Apro un attimo gli occhi e li vedo tutti seri, silenziosi e concentrati, come angioletti quando dormono…
“Ah vedi, già mi sono rilassato, adesso potrei pure andare a dormì!”
E’ il momento dei 4 step, seguiti da applauso e doccia d’amore, di già…
Com’è morta la regina Vittoria?
Ed ecco i giochi di oggi! Il primo si chiama… Come è morta la Regina Vittoria?
(Facce perplesse, boh, non lo so, boh, io non so’ stato… risate…)
Non è un omicidio da confessare, è un gioco… è morta facendo così… e faccio un gesto… man mano i gesti che si aggiungono vanno uniti e ripetuti tutti… finiamo per fare delle sequenze impossibili, gira su te stesso con le mani al collo, salta e fai la verticale, fai finta di spararti in testa mentre fai una linguaccia, tappetini che volano e muri troppo vicini contro cui si sbatte, risate a non finire).
Troppe risate non passano inosservate, entra un agente di polizia…
“Dottoressa, questo non è Yoga! Non mi pare che vi state annoiando! Per niente!”
Un ragazzo risponde al posto mio, mi batte sul tempo e lo lascio fare: “No assistè, ma questo è Yoga DELLA RISATA! Dobbiamo ridere, perchè ci fa bene al corpo, al fisico, alla salute, all’umore: lo sa quanti muscoli muoviamo quando ridiamo? Famo 900!”
Agente: “Ah… allora è terapeutico, vi fa bene… e vabbè, allora ridete! Se vengo io, sai le risate! Ciao!”
Richiudiamo il “blindo” (una porta pesantissima, ci vuole una forza pazzesca).
Canto
Altro gioco… si canta. Pensate a una canzone che vorreste dedicare a questo gruppo, si cammina per la stanza e quando uno se la sente va al centro e canta.
“Ok, io ce l’ho le canzoni, sono un rapper poi”
“Ah oddio, non guardate me, io non canto, mi vergogno, poi le canzoni chi se le ricorda più, poi sono stonato”…
Alla fine tutti cantano, applausi e risate, non c’è proprio bisogno di fare la risata simulata, risata autentica dall’inizio alla fine.
L’abbraccio è la Tana
Ultimo gioco… L’abbraccio è la tana!
Si possono formare delle coppie che si abbracciano massimo per 5 secondi, bisogna contare, e poi ci si deve staccare e si scappa, quando si sta abbracciati è come se fosse la tana, finché siete abbracciati non vi posso acchiappare…
“Vieni acchiappami pure, io mi faccio acchiappare!”
Dai su, allora capito? Domande? Poi quello che verrà acchiappato mentre scappa tra un abbraccio e l’altro sarà quello che a sua volta dovrà acchiappare gli altri, va bene?
“Ma se noi siamo dispari, questo che vuol dire? Allora se io abbraccio lui e lui invece va di là poi come faccio…vabbè, è inutile che ipotizziamo chi abbraccia chi, giochiamo che è più facile farlo che dirlo, poi qualsiasi cosa succederà vedremo, la affronteremo!!
Ok, pronti?
Il gioco finisce perchè c’è ancora poco tempo, ma è stato troppo divertente e poi …
“Gli abbracci ci mancano, rifacciamo questo gioco pure la prossima volta!! Poi io pensavo che te mi stavi acchiappando, invece mi volevi abbracciare, dai recuperiamo ora un abbraccio, scusami!!!”
Abbiamo visite, entra un detenuto che porta il vitto in tutte le celle, perchè sono le 17:30 e si distribuisce la cena… “Ma io pure voglio venire! Ma come si fa? La domandina già l’ho fatta, io voglio venire…”
Un altro detenuto, si affaccia solamente per salutare e farci un sorriso, attratto da quella strana combriccola… Entra anche lo scrivano, anche lui col suo sorriso che vuole guardarci un pochino…
Ci lasciano di nuovo soli…
Rilassiamoci, Yoga Nidra accompagnato dal suono delle campane tibetane e dal tamburo dell’oceano (che come hanno spiegato loro all’educatrice, Dottorè, in realtà la devo correggere, non è preciso tamburo dell’oceano, Cinzia ha detto che si chiama Ocean Drum, è in inglese!).
Finiamo un po’ tristi, perchè vorremmo ancora più tempo: due secondi e ci vengono a chiamare.
“Comunque io a Giugno ho finito, a Giugno esco, menomale… andiamo al mare? Ci vediamo mercoledì, mi raccomando non dateci buca! Ciao… e grazie!!”
Questa è una semplice ed efficace sessione: niente di straordinario, come vedete, tre giochi uno Yoga Nidra e tanto, tanto amore.
Niente di straordinario, se non le persone che animano le sessioni e se non per il fatto di ridere così tanto dentro un carcere, concedendolo e concedendoselo.
Quando usciamo un altro agente ci chiede:
“Ma M. riesce a ridere?!”
“Sì, ride!”
Ride, ama, vive, cresce, sempre di più.
Chiudo con un whatsapp di Cinzia del [15:06, 31/3/2017]
“Comunque era così evidente la mia felicità dopo la sessione che un detenuto che non partecipa, ma che seguo come ascolto, l’ho fatto chiamare un attimo solo per dargli un foglio per i permessi premio, e neanche due parole abbiamo potuto scambiare… Mi è arrivata oggi una mail sua in cui per quei due secondi che mi ha visto mi ha detto che ha letto nei miei occhi la soddisfazione e ha capito subito che doveva essere per il corso di yoga della risata, anche se lui non partecipa comunque vede quelli che tornano in cella e ha detto che si capisce perché la stessa luce negli occhi ce l’avevano loro, ha detto è come se vi si riempissero gli spazietti vuoti nel cuore.
Questo solo vedendo le facce prima e dopo”
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
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