Oggi ti voglio condividere un condensato di riflessioni sulla felicità, con tanto di link alle ricerche scientifiche su cui si basano, ispirate da un libro che ho amato moltissimo e che rappresenta una di quelle letture che si traducono in un volano di energia e di voglia di prendersi cura di sé e della propria felicità: Il vantaggio della felicità di Shawn Achor.
La felicità implica uno stato positivo nel presente e prospettive positive per il futuro.
La teoria proposta e scientificamente supportata in modo molto ampio capovolge il classico paradigma che lega successo a felicità: prima mi impegno, lavoro, lavoro, lavoro, e poi, solo poi, sarò felice. E questo è quello che abbiamo sempre creduto.
Il paradigma proposto da Achor e documentato da molti studi scientifici e meta analisi è, invece: mi impegno ad essere felice ora, a prendermi cura del mio benessere, a potenziare la mia resilienza, a costruire la mia felicità, allenandola come competenza, e poi avrò successo, perché la felicità è predittiva di salute, prestazioni, relazioni positive e molto altro.
Gli studi di Shawn Achor si basano su quello che è emerso dalla Psicologia positiva negli ultimi 30 anni. Martin Seligman, padre della psicologia positiva americana, ha suddiviso inizialmente la felicità in tre componenti base misurabili: piacere, impegno e significato (per poi allargare il campo alle 5 aree del PERMA*). La questione interessante è che chi si concentra a perseguire solo il piacere, cioè le emozioni positive del momento, ottiene solo una parte di felicità possibile. La vera felicità, è fatta sia di emozioni positive, ma anche di impegno quotidiano ad esprimere talenti, competenze, punti di forza, e allineamento a senso e proposito, ciò che realmente rende la mia vita degna di essere vissuta, di contributo. Solo se percorri le tre strade contemporaneamente vivi una vita più piena e la felicità diventa una vera alleata.
Da qui si arriva facilmente alla definizione di felicità proposta da Aristotele come eudaimonia, che si può tradurre come “prosperità dell’uomo” e da qui il concetto di flourishing, fioritura, portato avanti da Seligman.
L’uomo è felice, quando prospera e fiorisce, quando esprime il meglio di sé, dei suoi talenti e dei suoi punti di forza, producendo impatto e in allineamento con ciò che dà senso alla vita.
La felicità è la gioia che proviamo, quando diamo il massimo per raggiungere il nostro potenziale. Shawn Achor
Uno dei motori principali della felicità è di sicuro il vivere, nutrire, cercare le emozioni positive, individuate dalla Fredrickson in 10: amorevolezza, gioia, gratitudine, serenità, interesse, speranza, orgoglio, divertimento, ispirazione, ammirazione.
Ma la felicità è molto di più di un semplice sentimento positivo, ha a che fare con ciò che costruiamo, col nostro senso di contributo, col nostro proposito in azione.
E quando siamo felici, c’è un vantaggio nelle nostre attività.
La teoria classica è: lavoro, mi impegno, mi do da fare, mi sacrifico e poi, solo poi, sarò felice. Siamo cresciuti con questo assunto e a volte le nostre vite sono davvero dure e difficili, di grande sacrifico.
La teoria proposta da Shawn Achor è totalmente inversa: nutro la mia felicità, mi impegno a stare bene, a dare spazio a ciò che mi fa stare bene, con consapevolezza, a coltivare le emozioni positive e allora avrò anche più successo, riuscirò meglio nel mio lavoro, avrò più connessioni positive, sarò più sano e più longevo,
La felicità porta al successo
Achor condivide nel suo libro una meta analisi su circa 275000 persone di Lyubomirky, Diener e King, scoprendo che la felicità porta al successo in quasi tutti gli ambiti della nostra vita.
I lavoratori felici hanno un produttività più elevata, sono caratterizzati da performance migliori, sono migliori venditori, sono pagati di più. Si sentono più sicuri, sono meno assenti ed è meno probabile si sentano sfiniti o si ammalino.
La felicità precede i risultati importanti e la possibilità di prosperare e andiamo a vedere con quale impatto.
Felicità e prosperità, quale impatto
Ecco di seguito qualche studio sull’impatto della felicità sulla nostra prosperità:
Uno studio sulle emozioni positive di 272 impiegati ha riscontrato, che chi era più felice ad inizio indagine, nei 18 mesi successivi aveva prestazioni più alte rispetto agli altri, valutazioni migliori e stipendio più alto.
In un altro studio il livello di felicità delle matricole universitarie poteva far prevedere il loro reddito 19 anni più tardi, a prescindere dal loro iniziale benessere economico.
Impatto della felicità sulla longevità: un altro studio longitudinale su suore cattoliche, che ha esaminato i diari di 180 suore, ha riscontrato che quelle piò gioiose sono vissute quasi 10 anni di più di quelle che non hanno mostrato un contenuto gioioso nei diari.
La felicità migliora la salute fisica e ci permette di lavorare più velocemente e a lungo. I collaboratori infelici fanno più giorni di malattia, 1.25 giorni in più al mese, cioè 15 giorni di assenza in più all’anno!
Negli Stati Uniti i collaboratori non coinvolti al lavoro hanno maggiori probabilità rispetto ai loro coetanei più impegnati di avere problemi di salute che vanno dal dolore fisico alla depressione.
In uno studio chi era più felice ha combattuto con più velocità una dose di virus del raffreddore iniettato, con concreti minori sintomi oggettivi (meno starnuti, tosse, infiammazione e congestione)
Un ambiente di lavoro più felice genera lavoratori più produttivi ed efficienti e anche meno inclini all’assenteismo e con minori spese per l’assistenza sanitaria.
Inoltre, le emozioni positive, come testimoniato dalle ricerche di Barbara Fredrickson, rendono il nostro cervello più creativo, e la gamma di possibilità che processiamo più ampia, rendendoci più riflessivi e aperti a nuove idee, mentre quelle negative restringono i nostri pensieri.
Le emozioni positive attivano la produzione di dopamina e serotonina, due ormoni che ci fanno stare bene e che stimolano i centri cerebrali collegati con l’apprendimento, permettendo di organizzare le nuovi info, conservarle e recuperarle più velocemente, producendo anche più connessioni neurali.
Quando siamo felici vediamo anche di più e meglio, cogliendo molti più dettagli in delle immagini proiettate, rispetto a chi non sta vivendo emozioni positive: grazie a esperimenti di eyetracking si dimostra che le emozioni positive espandono concretamente la nostra visione periferica
E così è anche per i bambini. In uno studio su bambini di 4 anni, nel quale era stato loro chiesto di assemblare dei blocchi di costruzioni di forme diverse, il gruppo che è stato spinto a pensare a qualcosa di felice è stato più veloce ed ha terminato il compito con meno errori.
Gli studenti a cui veniva chiesto di richiamare il giorno più felice della loro vita, ottenevano risultati molto più elevati dei loro pari nel gruppo di controllo.
Chi provava emozioni positive durante una trattativa, la concludeva in modo più efficace e con successo, rispetto al gruppo di controllo più neutro o negativo.
Le emozioni positive influenzano la capacità dei medici di fare le diagnosi: divisi in tre gruppo, il primo stimolato ad essere felice, il secondo a consultare dei documenti legati al mondo medico, mentre al terzo non fu detto nulla. I medici felici riuscirono a fare diagnosi corrette molto più rapidamente e mostravano una maggiore creatività. Dato un elenco di sintomi, riuscivano a trovare la diagnosi giusta dopo aver letto solo il 20% dei sintomi, quasi due volte più velocemente rispetto al gruppo di controllo. E anche la più piccola dose di positività – in questo caso ai medici del primo gruppo era stata semplicemente regalata una caramella – è bastata per avere risultati più importanti
Le emozioni positive ci forniscono anche un rapido antidoto allo stress fisico e all’ansia, soluzione che gli psicologi chiamano “effetto neutralizzante”: se prima di un evento stressante ci dedichiamo a qualcosa che ci dà piacere e ci fa stare bene, tendiamo ad essere più performanti e a gestire meglio ansia e stress.
Azioni per sfruttare il vantaggio della felicità
Partiamo con una dotazione di partenza di felicità, perché per circa il 50% è legata ai nostri geni, come ci condivide Sonja Lyubomirsky, ma è anche vero che chi non nasce potenzialmente propenso a vedere il lato positivo della vita, si può allenare a farlo.
La felicità risiede nei brevi e momentanei sprazzi di positività che costellano la nostra vita, i piccoli piaceri, che è bene nutrire e ampliare, ma ha anche a che fare col conseguire obiettivi significativi, con una mentalità ottimistica, col mantenere relazioni positive, con la capacità di essere nello stato di flow.
Queste di seguito sono proposte, ma ognuno di noi è diverso e ha i suoi modi specifici per nutrire la propria felicità.
1. Medita e/o pratica coerenza cardiaca
Meditare regolarmente e/o praticare la coerenza cardiaca permette di riprogrammare il cervello a innalzare il livello di felicità, diminuire lo stress, migliorare le difese immunitarie. Chi medita regolarmente sviluppa la corteccia prefrontale sinistra, particolarmente responsabile della sensazione di felicità.
Bastano anche 5 minuti al giorno, ma in maniera paziente e regolare.
Puoi seguire la pratica di coerenza cardiaca ogni mattina alle 7 nella mia pagina fb:
2. Trova qualcosa da attendere con impazienza e gioia
Anche solo pensare di fare qualcosa che ci piace particolarmente e che ci induce risate, come guardare il nostro film comico preferito o partecipare ad una sessione di Yoga della Risata, aumenta la produzione di endorfine del 27%.
L’attesa di eventi futuri gioiosi accende i centri del piacere del nostro cervello, come se stessimo vivendo quell’esperienza, e quindi mettiamoci a programmare delle situazioni piacevoli future, in maniera da attivare felicità nel nostro sistema.
3. Dedicati ad atti di gentilezza consapevoli
Atti di gentilezza, sia verso amici, che verso sconosciuti, diminuiscono lo stress e potenziano la nostra salute mentale. Chi compie 5 atti di gentilezza in un solo giorno, si sente più felice di chi è nel gruppo di controllo e non fa gli atti o li distribuisce uno al giorno nella settimana, e questa felicità dura anche per i giorni successivi.
I gesti gentili devono essere progettati ed eseguiti consapevolmente, per avere massimo effetto e per godere anche dell’effetto di anticipazione. E allora scegliamo il nostro giorno della gentilezza e impegniamoci a diffonderla, perché anche osservarla e essere testimoni un gesto gentile ci rende più felice.
4. Passa tempo in natura e circondati di bellezza
Trascorrere 20 minuti fuori casa in una giornata di sole, stimola un umore positivo e amplia pensiero e memoria di lavoro.
Prenditi anche cura del tuo spazio di lavoro, perché circondarti di bellezza e di cose a cui tieni porta effetti benefici sull’8more
5. Fai esercizio fisico
L’esercizio fisico innesca la produzione di endorfine: l’attività fisica aumenta produttività, concentrazione, padronanza di un compito, riduce stress ed ansia, aiuta ad immergerci con impegno in un lavoro.
In uno studio su pazienti depressi, il gruppo a cui è stato assegnato esercizio fisico per 45 minuti per tre volte a settimana, ha avuto miglioramento in termini di felicità, tanto quanto assumere il gruppo che ha assunto antidepressivi e il gruppo che ha combinato i due interventi.
Ma la notizia più importante è che dopo 6 mesi dall’intervento il gruppo del solo esercizio fisico aveva avuto ricadute solo per il 9% contro il 31% di quello che aveva assunto farmaci e fatto esercizio fisico e contro il 38% di ricaduta di chi aveva assunto solo famaci.
L’esercizio fisico solleva il morale e ha anche effetti più duraturi. Questo accade anche per la pratica fisica di Yoga della Risata, che può essere considerata un esercizio fisico aerobico e che ci attiva la produzione di endorfine.
6. Spendi soldi per fare esperienze
Investire per fare esperienze, specie se condivise con altre persone, genera emozioni positive, significative e durature. Spendere in esperienze come concerti, pranzi fuori insieme, rende più felici che spenderli per acquistare beni materiali, come vestiti o scarpe.
Anche la spesa pro-sociale, cioè spendere soldi per altre persone e mettere in azione la generosità, stimola la felicità. E così comprare un regalo al fratellino o invitare un amico a cena ci rende più felici che se avessimo speso i soldi per acquistare qualcosa per noi.
7. Metti in pratica un tuo punto di forza.
Sai quali sono i tuoi punti di forza? C’è un sondaggio validato scientificamente, il VIA Survey, che puoi fare per individuare quelli che hai più spiccati su 24: https://www.viacharacter.org/survey/surveys/takesurvey
L’invito è ad usare uno dei tuoi 5 punti di forza principali e metterlo in azione in un modo nuovo ogni giorno per una settimana, e il risultato emerso in uno studio è un aumento di felicità e una diminuzione di depressione rispetto al gruppo di controllo.
Per esempio il mio punto di forza più importante è l”amore per l’apprendimento” e scrivere questo articolo lo ha stimolato e messo in azione in maniera importante.
Ti invito a farmi sapere nei commenti come va nel mettere come priorità il coltivare la tua felicità e come questo ha impatto positivo sulle relazioni, sulla tua motivazione, sulla tua produttività e come sei anche di ispirazione per chi hai intorno
*PERMA
P – Emozioni Positive: Per superare il negativity bias in cui siamo immersi biologicamente, è importante riconoscere e nutrire le emozioni positive, in maniera consapevole e volontaria
E – Engagement (coinvolgimento): quanto sei coinvolto nelle cose che fai? Quanto quello che fai ti piace? Quanto riesci a stare nello stato di flow nella tua vita?
R – Relations (relazioni): la qualità delle tue relazioni ha un impatto importante e documentato sul tuo benessere e la tua felicità
M –Meaning (significato): quanto quello che fai produce senso e significato per te? In altre parole, hai un “perché” delle cose che fai? Puoi lavorare a trovare più senso in quello che fai.
A – Accomplishment (realizzazione): è la “riuscita”, il successo, in qualcosa che per noi è importante, essere allineati ai propri valori e raggiungere i propri obiettivi
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
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