Anche armati di anni di dati scientifici sull’efficacia della gratitudine su salute, benessere, felicità, stress, sostenere la gratitudine può essere ancora una battaglia in salita. Le obiezioni e le riserve sulla gratitudine includono proteste sul fatto che non dovremmo dedicare molte energie a coltivare tale atteggiamento specifico.
Molte delle obiezioni sembrano basate su miti o idee sbagliate su cosa sia veramente la gratitudine. Sfortunatamente, queste idee sbagliate dissuadono le persone dal praticare la gratitudine e quindi raccogliere le sue numerose ricompense. Ecco l’opinione di Robert Emmons, il padre fondativo degli studi sulla gratitudine su cinque dei miti più diffusi sulla gratitudine.
Mito 1: la gratitudine porta al compiacimento
A volte si sente affermare che, se sei grato, non sarai motivato a sfidare lo status quo o a migliorare la tua sorte nella vita. Sarai solo soddisfatto, pigro e letargico, forse rassegnato passivamente a un’ingiustizia o a una brutta situazione.
In realtà, gli studi suggeriscono che è vero il contrario: la gratitudine guida un senso di scopo e un desiderio di cambiamento.
Un cuore grato non sta fermo.
Emmons e colleghi hanno scoperto che le persone hanno effettivamente più successo nel raggiungere i loro obiettivi quando praticano consapevolmente la gratitudine. In uno studio, le persone hanno identificato sei obiettivi personali su cui intendevano lavorare per dieci settimane. Questi riguardavano obiettivi accademici, spirituali, sociali e relativi alla salute, come perdere peso o mangiare in modo sano.
I partecipanti assegnati in modo casuale a tenere un diario della gratitudine, registrando cinque cose per le quali erano grati una volta alla settimana, hanno compiuto uno sforzo maggiore per raggiungere quegli obiettivi rispetto ai partecipanti a cui non è stato chiesto di praticare la gratitudine.
Non solo, il gruppo grato ha fatto il 20% in più di progressi verso i propri obiettivi e ha continuato a impegnarsi più duramente rispetto al gruppo non riconoscente. Tenere un diario della gratitudine si traduce costantemente nel sentirsi più energici, vivi e vigili.
Altre ricerche hanno dimostrato che la gratitudine ispira comportamenti di buon vicinato: generosità, compassione e beneficenza, nessuno dei quali suggerisce passività o rassegnazione. Piuttosto, indica che la gratitudine motiva le persone a uscire e fare cose per gli altri, per restituire parte della bontà che loro stessi hanno ricevuto. Per uno studio pubblicato sulla rivista Motivation and Emotion alcuni anni fa, Emmons e colleghi hanno scoperto che i ragazzi che erano più grati dei loro coetanei all’età di dieci anni, a quattordici anni intraprendevano più attività comunitarie ed erano più socialmente integrati. Questi giovani più grati non si sono seduti a rilassarsi.
Mito 2: la gratitudine è solo una forma ingenua di pensiero positivo
Alcuni dicono che la gratitudine ignori la realtà del dolore, della sofferenza e delle avversità, sia gli sconvolgimenti traumatici, che i piccoli, ma inesorabili fastidi quotidiani, ma le prove dimostrano che la gratitudine è molto più che produrre pensieri piacevoli.
In effetti, la gratitudine può essere molto difficile, perché richiede che tu riconosca la tua dipendenza dagli altri, e questo non sempre ti fa sentire bene. Devi umiliarti, nel senso che devi diventare un buon ricevitore del sostegno e della generosità degli altri. E a volte può essere molto difficile: la maggior parte delle persone dona più facilmente di quanto sia in grado di ricevere.
I sentimenti di gratitudine a volte possono suscitare sentimenti correlati di indebitamento e obbligo, il che non suona affatto come un pensiero positivo. Se sono grato per qualcosa che mi hai fornito, devo prendermene cura e usarlo secondo i tuoi desideri. Questa è semplicemente la cosa decente da fare. Potrei anche dover ricambiare in un momento opportuno in futuro. Quel tipo di indebitamento o obbligo può essere percepito in modo molto negativo e può procurarci un vero e proprio disagio. I dati lo confermano. Quando le persone sono grate, non sono necessariamente libere da emozioni negative. Non hanno necessariamente meno ansia o meno tensione o meno infelicità.
Praticare la gratitudine amplifica i sentimenti positivi più di quanto riduca quelli negativi. Se fosse solo un pensiero positivo, o solo una forma di negazione, non proveresti pensieri o sentimenti negativi quando tieni un diario della gratitudine, ad esempio. Ma, in effetti, le persone lo fanno. Quindi la gratitudine non è solo una bella sensazione di calore. Ha delle responsabilità che la accompagnano e che possono renderlo difficile o impegnativo.
Mito 3: la gratitudine ci rende schivi
Se sono grato, il merito che do agli altri viene a mie spese? Significa che non riesco a vedere il mio contributo al bene che mi è capitato? Il mito qui è che, quando le persone riconoscono i modi in cui gli altri le hanno aiutate, rischiano di trascurare il proprio duro lavoro o le proprie capacità naturali.
La ricerca suggerisce che semplicemente non è così. In uno studio, i ricercatori hanno detto ai partecipanti che potevano vincere soldi per aver fatto bene in un test difficile. Quindi, ai partecipanti è stato dato un suggerimento che li avrebbe aiutati a ottenere un punteggio elevato. Tutti i partecipanti hanno ritenuto utile il suggerimento, ma solo coloro che si sono sentiti personalmente responsabili del proprio punteggio si sono sentiti grati per il suggerimento. La gratitudine era in realtà associata a un maggiore senso di controllo personale sul successo.
Le persone grate danno credito agli altri, ma non a scapito del riconoscimento della propria responsabilità per il proprio successo. Si prendono anche il merito.
Non è che sia valido sono uno o il suo opposto: o l’ho fatto tutto da solo o qualcun altro l’ha fatto per me. Invece, riconoscono le proprie prodezze e abilità, mentre provano anche gratitudine verso le persone – genitori, insegnanti – che li hanno aiutati lungo la strada.
Celebra una vittoria!
Richiama un importante successo personale per cui sei grato, come aver vinto un premio, ottenuto una vittoria in campo atletico, aver ricevuto un riconoscimento accademico, ottenuto una promozione al lavoro. Forse hai dovuto superare molti ostacoli, dimostrando determinazione e perseveranza.
Più è ardua la sfida, più dolce è la vittoria e profonda la gratitudine. Condividi questo con gli altri
Mito 4 La gratitudine non è possibile – o è inappropriata – in mezzo alle avversità o alla sofferenza
In realtà è tutto l’opposto: in circostanze avverse la gratitudine è vitale. Quando stiamo affrontando delle avversità, la gratitudine ci aiuta a vedere il quadro completo e a non sentirci sovraccaricati dalle difficoltà contingenti. Può anzi motivarci a superare la sfida e lasciarcela alle spalle. Può essere arduo assumere questa tipo di prospettiva di gratitudine, ma la ricerca suggerisce che sia possibile e ne vale la pena. Considera uno studio pubblicato in The journal of Positive Psycology. Ai partecipanti fu chiesto di richiamare un ricordo spiacevole che ancora trovavano fastidioso. Essi furono scelti a caso per completare uno dei 3 differenti esercizi scritti, tra i quali uno in cui furono coinvolti a focalizzarsi sugli aspetti positivi dell’esperienza spiacevole e a considerare come potrebbe farli sentire grati ora.
Il gruppo di gratitudine riportò di sentire molta vicinanza e meno infelicità rispetto ai partecipanti che non avevano il compito di riscrivere la loro esperienza da una prospettiva di gratitudine. A chi è stato coinvolto nell’esercizio di gratitudine non fu detto di negare o ignorare gli aspetti negativi del loro ricordo, ma semplicemente sono sembrati più resilienti di fronte a questi ostacoli.
Allo stesso modo in uno studio su persone che soffrono di un disordine neuromuscolare è stato chiesto di tenere un diario di gratitudine per 2 settimane. Visto che gran parte delle loro vite sono immerse in intenso dolore e con visite a cliniche del dolore, è stato sorprendente vedere che loro erano in grado di trovare qualcosa di cui essere grati. Non solo trovavano ragioni per essere grati, ma sperimentavano anche significativamente più emozioni positive che un gruppo simile che non aveva compilato il diario di gratitudine. Il gruppo della gratitudine si è sentito anche più ottimista riguardo alla settima entrante e più connesso agli altri, anche se molti di loro vivevano da soli, e hanno riportato di dormire meglio, un importante indicatore di complessiva salute e benessere.
Quindi di nuovo, questo è un mito sulla gratitudine che può essere eliminato. La scienza verifica che possiamo coltivare o mantenere una attitudine di gratitudine anche attraverso tempi difficili e che possiamo stare meglio grazie ad essa.
Attività – Trasforma le avversità in prosperità
Anche quando accadono cose negative, esse alla fine producono conseguenze positive, per le quali provare gratitudine. Cerca di focalizzarti su questi risultati.
Per quale di questo genere di cose ti senti ora grato o riconoscente?
Quale particolare punto di forza è cresciuto da questa esperienza?
Come questo evento ti ha ti ha fatto essere meglio in grado di affrontare le sfide del futuro?
Come questa esperienza negativa ti ha portato benefici?
Come questa esperienza ha messo la tua vita in prospettiva?
Mito 5 – Devi essere religioso per essere grato
Questo mito è facile da sconfessare. La nuova scienza della gratitudine ha chiaramente mostrato che le persone possono avere un disposizione grata anche se non sono religiose. Inoltre, provare gratitudine verso Dio non preclude il sentirsi grati verso altre potenziali fonti di bene. In alcune ricerche, hanno chiesto alle persone di identificare le fonti del loro successo e le loro qualità positive, come la loro intelligenza o la capacità di relazionarsi. Quelli che hanno punteggi alti in gratitudine ringraziano sia molto di più Dio, sia anche sono più propense a dare riconoscimento ad altre persone, alla natura e al loro duro lavoro.
Esplora la complessità – Molti di questi miti derivano da un’incomprensione che la gratitudine sia semplicemente un’emozione. Parte di ciò che è appassionante riguardo alla gratitudine è che è relativamente complicata. Una volta che apprezziamo queste complessità, siamo in una posizione migliore per godere i punti di forza e il bene che la gratitudine può portare.
Attività – Chiedi a te stesso
Alcuni di questi miti ti hanno fatto ripensare sul tuo atteggiamento verso la gratitudine? Quale?
Quali altri miti hai creduto essere veri tempo fa? Come ti hanno impedito di valutare correttamente?
Un amico potrebbe dir, “Sì, la gratitudine è una buona idea, e le persone starebbero meglio se la praticassero. Ma non io. Tu non sai cosa sto passando. Vista la mia situazione la gratitudine non è realistica.” Cosa gli risponderesti?
Fonte: Emmons, The little book of gratitude, Create a life of happiness and wellbeing by giving thanks
Master Trainer di Yoga della Risata e Ambasciatrice di Yoga della Risata nel mondo, sto formando centinaia di Leader e Teacher in tutta Italia. Ho contribuito all’apertura di oltre 250 Club della Risata e conduco sessioni in tutte le applicazioni, soprattutto nel mondo aziendale.
Sono la prima trainer italiana di Heartmath® e mi occupo di gestione dello stress e delle emozioni con la pratica della coerenza cardiaca. Sono speaker e formatrice, appassionata di risata, intelligenza del cuore e felicità. Ho fondato La specie felice insieme al mio consorte Matteo Ficara. Sono autrice del libro Ridi Ama Vivi, bestseller per Bur Rizzoli
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